Oscar de la Renta – La leggenda

Colore, volumi, armonia. Quando il ritmo caraibico ci mette lo zampino.

Lo scorso ottobre è mancato lo stilista Oscar de la Renta, americano di adozione e uno dei più grandi e interessanti couturier della scena internazionale. Eclettico, iper creativo, colorato, non possiamo non accostarlo a Christian Dior,  Cristobal Balenciaga, Givenchy e ancora Yves Saint Laurent e molti altri.  Era solito dire che “il miglior modo di vestire è quando si nota prima la persona e poi il vestito”, anche se poi Il suo codice stilistico era quello di non far passare inosservate le sue clienti, e non di rado esagerare con strutture e colori molto inusuali. Oscar de la Renta nasce nellaRepubblica Dominicana da madre dominicana e padre portoricano e lì visse fino a quando, compiuti i diciotto anni, si trasferisce in Spagna dove si reca per studiare e dipingere all’Accademia di San Ferdinando a Madrid.

Era infatti venuto in Europa, non certo per seguire la strada di stilista, ma per approfondire e perfezionare la sua grande passione: la  pittura. Vivendo in Spagna però, in quell’Europa continentale cosmopolita e un po’ capricciosa,  inizia ad interessarsi al mondo della moda e alla sua evoluzione e così, essendo particolarmente dotato,  era diventato apprendista nell’atelier di Cristobal Balenciaga, prima di aistituzioni culturali, tra cui il New Yorkers for Children, l’Americas Society e l’Istituto spagnolo. Si deve a lui il neologismo fashion-victim con il quale vengono identificate quelle donne che seguono in modo passivo e acritico qualunque dettame della moda, senza creare uno stile personale. Rispettato dai suoi contemporanei, de la Renta è stato presidente del Consiglio di Fashion Designers of America 1973-1976 e 1986-1988.

Oscar de La Renta, che di recente aveva fatto parlare di sé per aver disegnato il vestito di nozze di Amal Alamuddin, l’avvocato libanese che ha sposato George Clooney, e anche il suo “guardaroba nunziale”, ha vestito anche le più grandi star di Hollywood per i red carpet più importanti, tra cui Cameron Diaz, Nicole Kidman, Oprah Winfrey, Kristen Stewart, Pe

pprodare da Lanvin a Parigi, come assistente di Antonio Castillo.

Dopo i suoi  due anni parigini, aveva deciso di trasferirsi a New York e si associò alla casa americana di design di proprietà di Elizabeth Arden. E’ proprio all’interno di questa realtà che nel 1965 lanciò la sua prima linea di prêt-à-porter. Era nata la maison Oscar de la Renta e, prendendo spunto da un vecchio film in bianco e nero, era nata una stella !!!  De la Renta sposò la sua prima moglie, Francoise de Langlade, direttore di Vogue Francia, nel 1967.

Francoise fu il suo grande amore e una vera musa per Oscar, introducendo il marito ad alcuni dei membri più influenti dell’alta società e del jet set internazionale, che presenziavano sempre alle sue sfilate. Il suo stile si identificava per le linee morbide e fluttuanti, stampe delicate in satin di purissima seta e balze e rouches in tutti i modi e in tessuti pregiatissimi. Tutto ciò, unito al colore, ai volumi e all’armonia delle forme, divenne ben presto sinonimo di un “lusso casual” irrinunciabile.

E infatti le donne di mezzo mondo non ne avevano mai abbastanza di quello stile moderno, ma al contempo romantico. Il suo primo profumo ha debuttato nel 1977. Dedicato  a tutte le donne che non potevano permettersi i suoi abiti. Ma Oscar de la Renta, malgrado i grandi successi,  ha dovuto affrontare una grande perdita, quando l’amatissima moglie Francoise muore nel 1983 di cancro alle ossa.

Poco dopo la sua morte, Oscar decide di adottare un bambino, e torna nella sua terra natale e adotta un maschietto in un orfanotrofio: Moises de la Renta.  Si risposò per la seconda volta nel 1990 con Annette Engelhard Reed. Possiamo tranquillamente dire che Oscar de la Renta si è cimentato praticamente in tutto ciò di attinente alla moda: borse, scarpe, occhiali, lingerie e perfino gioielli, oltre a profumi e cosmetici. Ha disegnato la divisa dei boy scout americani e nel 2002 ha tentato anche la strada della moda uomo, con una collezione sportiva.

Ha boutique monomarca in tutto il mondo, con un concept riconducibile al suo stile. E’ stato inoltre uno degli stilisti preferito nonché amico personale della potentissima direttrice di Vogue America, Anna Wintur. Era diventato famoso perché con le sue originali creazioni aveva anche dettato lo stile inconfondibile di Jackie Kennedy e dopo di lei, generazioni di first ladies si erano affidate all’estro creativo di quello che era il decano degli stilisti americani. Negli anni ‘80 ha vestito Nancy Reagan e in tempi più recenti ha disegnato gli abiti di Hillary Clinton e Laura Bush che le due first lady indossarono il giorno del giuramento alla Casa Bianca oltre ad altri abiti durante il mandato per eventi ed è stato lo “stilista di fiducia” di Michelle Obama, che ha trovato in lui chi poteva esaltare la sua corporatura slanciata e molto alta, sdoganando gli abiti senza maniche da giorno, anche durante le visite ufficiali.

De la Renta non ha mai dimenticato la sua patria di nascita e le gravi condizioni di vita, soprattutto dei bambini e ha infatti ricevuto numerosi riconoscimenti importanti dalla Repubblica Dominicana che lo ha insignito di varie onorificenze per il suo impegno negli aiuti umanitari. Grazie alla sua generosità sorgono scuole, orfanotrofi  e un ospedale. Inoltre Oscar de la Renta è stato un mecenate instancabile delle arti, finanziando progetti per The Metropolitan Opera, per la Carnegie Hall e Channel Thirteen / WNET. Ha sostenuto anche diverse

nelope Cruz e Jessica Chastain e l’elenco è davvero lungo. Sua musa Sarah Jessica Parker che è una grande interprete dei suoi abiti e che lei ha voluto anche per Sex and the city. Non solo. Forse pochi sanno che le incantevoli mise di Blair Waldorf in Gossip Girl, sono tutti di Oscar de la Renta. Qui mi fermo e lascio a voi la voglia di approfondire la storia di questa leggenda della moda che si definiva “una persona molto inquieta, sempre in movimento, perché il processo creativo non si ferma mai “. Oscar de la Renta. Stilista e filantropo. 1932 – 2014.

 

 

 

 

di Johanna Rhys-Jones

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